“È difficile riconquistare la cima della montagna una volta che la si è persa”, riassume amaro Yorgos, da oltre un decennio tra le anime della resistenza “Nogold” in Grecia. Coperti da metri di neve, nell’inverno del 2012 la foresta di Skouries e il monte Kakavos erano rimasti disabitati. La multinazionale Eldorado Gold, che grazie alla complicità di politici corrotti si è appropriata di 30mila ettari della Penisola Calcidica, ne approfittò per scortare i tecnici dell’Istituto archeologico greco sul sito e ottenere il nullaosta ai lavori di scavo della più grande miniera a cielo aperto del mondo. Nei giorni successivi, Skouries si trasformò in una zona off-limits, avvolta nel filo spinato e presidiata giorno e notte da guardie private e polizia antisommossa. Da allora, la terra natia di Aristotele -immacolate foreste di querce e faggi che si tuffano in acque turchesi- è teatro di uno scontro violento. Da un lato la multinazionale mineraria, che con ogni mezzo porta avanti un devastante progetto di estrazione d’oro e altri minerali. Dall’altro gli attivisti, che continuano a battersi per difendere il territorio e la sua popolazione da un disastro ambientale. Approfittando della “Crisi” e di un tasso di disoccupazione che supera il 30%, la Eldorado è riuscita a far breccia in una regione dove l’estrazione mineraria era stata bandita nel 2002. Oggi i 16 villaggi della zona, dove vivono circa 20mila persone, sono spaccati tra l’esercito dei minatori e lo zoccolo duro degli attivisti. Per far spazio alla miniera sono già stati cancellati per sempre decine di ettari di foresta primordiale. Le risorse idriche dell’intera Penisola Calcidica vengono prosciugate per mettere in sicurezza le gallerie d’estrazione. Nei siti già attivi di Stratoni e Olympiada, gli scarti di produzione e le polveri tossiche prodotte dell’attività mineraria avvelenano coltivazioni e allevamenti, compromettono pesca e turismo. Quest’estate, il governo Tsipras ha finalmente ordinato la sospensione dei lavori sul sito di Skouries fino a quando la Eldorado non presenterà un nuovo studio di impatto ambientale. Ma chi da anni si batte contro quest’incubo, sa bene che la potente multinazionale potrebbe trovare presto il modo per riprendere la sua disastrosa attività.