“Il peccato originale della civiltà occidentale è la proprietà privata della terra, artificiale e infondata come il diritto divino dei re”. Così scriveva l’economista Henry George, ormai due secoli fa. In Etiopia sembrano aver sposato le sue idee: salito al potere nel 1991, l’Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front (Eprdf) – partito che continua a governare incontrastato il Paese anche dopo la morte del leader Meles Zenawi – ha prima mantenuto il regime fondiario “sociale” del Derg, poi stabilito nella costituzione del 1995 che “la terra è proprietà comune delle nazioni, nazionalità e popoli d’Etiopia”. Ma dietro gli slogan patriottici della retorica di regime, l’unico vero proprietario della terra etiope è il governo, in grado di concederne e revocarne il diritto di utilizzo a suo piacimento. Continue reading
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