Tiro fuori il sacco a pelo oppure no? La questione mi tormenta da domenica mattina, quando, aperta la Cronaca di Roma del Corriere della Sera, ho scoperto che forse non ci sarà “La Notte dei senza dimora”. L’evento, come ogni anno, era previsto per il 17 ottobre, in occasione della Giornata nazionale di lotta alla povertà promossa dalle Nazioni Unite. A Roma, una delle 14 città che aderiscono alla manifestazione, il luogo preposto era Piazzale dei Partigiani, di fronte alla stazione Ostiense. Ma stando a quanto leggo sul giornale non se ne fa più niente.
La “Notte”, giunta alla sua settima edizione, è un atto di solidarietà alle persone senza dimora. S’invitano i cittadini a dormire in piazza e, per una notte, a vivere sulla propria pelle cosa significa non avere una casa. L’idea l’ha avuta il giornale di strada Terre di mezzo che, dal 2000, ha portato sulle strade delle nostre città migliaia di persone munite di sacco a pelo e buona volontà.
Il sole caldo di domenica è quello di un’estate che non ha nessuna voglia di farsi da parte e una notizia del genere proprio non te l’aspetti. Incredulo, mentre m’impiastriccio con il ripieno del cornetto, provo a rileggere da capo. A grandi lettere il titolo di testa della prima pagina recita “Piazzale dei Partigiani, terra di nessuno. Barboni, droga e prostituzione”. All’interno mi raccontano che il presidente del I Municipio della capitale, Giuseppe Lobefaro, “è così preoccupato e furibondo che ha dato parere negativo alla manifestazione per la ‘Giornata dei senza fissa dimora’ in programma per il 17 ottobre proprio in quel piazzale. ‘È un luogo improprio -spiega- viste le tensioni che ci sono in questo momento con gli abitanti’”.
Mi attacco al telefono e cerco di capire cosa diavolo sta succedendo. Dopo tutto il lavoro fatto nelle ultime settimane con gli altri volontari, l’idea che sia andato tutto a monte proprio non mi entra in testa. E poi saperlo così, sfogliando un giornale. Droga? Prostituzione? Ho passato alcuni giorni tra chi orbita intorno a Piazzale dei Partigiani. Sono soprattutto ragazzi afgani che arrivano in Italia per richiedere asilo politico. Mai visto girare droga, né tanto meno prostituzione. I conti non tornano.
A quanto pare le “tensioni” sarebbero nate con un Comitato di quartiere che da tempo protesta per le condizioni di degrado in cui versa la piazza di fronte alla stazione Ostiense.
Fabio Casali fa parte di una delle 150 famiglie che vivono nelle 2 palazzine affacciate su Piazzale dei Partigiani. Sono loro che circa un anno fa hanno messo in piedi il Comitato per la riqualificazione di Piazzale dei Partigiani. “Alcune notti qui sotto dormono fino a 50 persone. E non si limitano a passare qui le ore notturne. Anche di giorno è un bivacco continuo. Il degrado che ne consegue è intollerabile. Spesso queste persone fanno i loro bisogni proprio sotto le nostre finestre”.
Tra le richieste presentate all’assessore alle politiche sociali del I Municipio, Alfonso Perrotta, c’è anche un invito da girare alle associazioni di assistenza: distribuire i pasti in un altro luogo, lontano dalle loro case. L’idea del Comitato è che se la distribuzione dei pasti gratuiti effettuata dalle associazioni avvenisse da qualche altra parte, anche i senza dimora abbandonerebbero il piazzale. In realtà non sono le associazioni a catalizzare il disagio. Al contrario i luoghi scelti per distribuire aiuto sono quelli dove si concentrano i senza dimora. E Piazzale dei Partigiani, da sempre un centro di gravità per i diseredati della capitale, è uno di questi.
In ogni caso mi sembra di capire che alla gente del posto non vada a genio la nostra iniziativa. E invece sbaglio. “Sulla Notte dei senza dimora -continua Fabio- l’equivoco è evidente. Dall’articolo apparso sul Corriere sembra quasi che noi residenti non vediamo di buon occhio l’evento. E poi la storia della prostituzione: sono 2 anni che vivo qui e la piazza non è mai stata un mercato del sesso. La ‘Notte’ c’è stata ogni anno e per noi non è mai stata un problema. Anzi. Più di una volta con l’assessore Perrotta abbiamo sottolineato come l’evento sarebbe stato un’ottima occasione d’incontro con le istituzioni. Si tratta di una manifestazione di denuncia delle condizioni di degrado in cui vive questa gente. Per noi è di grande aiuto per richiamare l’attenzione sulla situazione del piazzale. L’obiettivo del nostro Comitato e quello degli organizzatori sono di fatto lo stesso.”.
Ma allora perché l’annuncio di Lobefaro? Provo a chiederlo direttamente a lui. “L’iniziativa contro la Notte dei senza dimora è tutta mia. L’associazione che promuove l’evento ha presentato domanda al Sindaco. Come da prassi il Gabinetto ci ha poi girato lo schema della serata così da ricevere il nostro parere, che comunque non è vincolante. Per quanto ci riguarda è più di un anno che riceviamo le segnalazioni dei residenti della zona che denunciano il disagio in cui si trovano a vivere: la gente non può uscire di casa la sera. L’amministrazione del I Municipio si è quindi dichiarata contraria. Viste le tensioni con gli abitanti, ci sembrava il luogo meno adatto a una festa. Sarebbe stato un evento controproducente e la musica una sorta di beffa per i cittadini della zona. La decisine finale spetta comunque al Gabinetto del Sindaco, cui ho chiesto almeno di ridurre l’impatto acustico”.
Mentre con una mano scrivo questo pezzo, con l’altra rispondo al telefono che non smette un attimo di suonare. Finalmente arriva la telefonata che aspetto. È Tania, la coordinatrice della Notte romana. “Ci danno la piazza ma niente musica”. Io la sento lo stesso.